Dopo la pubblicazione dei comunicati stampa del Centro Tutela Consumatori sul bonus idrico sociale, il presidente del Consorzio dei Comuni sottolinea che l’affermazione secondo cui i Comuni dell’Alto Adige “utilizzano la competenza legislativa locale quale pretesto per negare diritti statali” non è corretta ed è quindi del tutto fuori luogo.
Ai sensi dell’art. 13 dello Statuto di autonomia in virtù delle competenze autonome i provvedimenti dell’Autorità per l’energia elettrica e l’acqua (ARERA) devono essere coordinati con le province. I lavori per la stesura del relativo protocollo sono in corso dal 2018, ma non è purtroppo stato finora possibile concluderli. Per quanto riguarda il bonus idrico sociale, le province di Bolzano e Trento e l’autorità di vigilanza si sono accordati che per il momento la relativa regolamentazione non sarà applicabile nelle due province autonome. Fino alla firma del relativo protocollo d’intesa i comuni non dispongono quindi della base per il pagamento del bonus nazionale.
Il decreto del Presidente della Provincia del 2017 prevede la possibilità di introdurre agevolazioni tariffarie per il servizio dell’acqua potabile per categorie speciali. Tuttavia, questo è a discrezione dei singoli Comuni e non ha nulla a che fare con il bonus idrico sociale. Le mancate entrate dovute dalla concessione delle agevolazioni devono essere però compensate da altre entrate.
In questo contesto il Consorzio dei Comuni desidera inoltre sottolineare che le tariffe dell’acqua potabile in Alto Adige sono in media del 50% più basse rispetto al confronto nazionale. I Comuni devono coprire le spese per il servizio chiedendo la tariffa ai cittadini e quindi non guadagnano nulla con l’acqua potabile.
22.01.2020
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